venerdì 27 febbraio 2015

News da ItaliaOggi: "L'UE: Italia sulla strada giusta, ma deve accelerare il passo"

Semaforo verde per l’Italia dall’Ue. Anzi no, il colore giusto è il giallo, perché, per restare nella metafora, se l’Italia vuole davvero che le procedure per deficit eccessivo restino un ricordo lontano, deve accelerare le riforme. E’ Pierre Moscovici, commissario Ue per l’Economia, in un’intervista rilasciata alla Stampa, a spiegare perché, anche in presenza di un debito pubblico da record e di un andamento dell’economia ancora preoccupante, Bruxelles abbia dato il via libera alla legge di stabilità 2015 e permesso dunque di evitare una manovra correttiva di circa 4 miliardi di euro.
 
“Se avessimo deciso in novembre come previsto”, ha spiegato Moscovici a Marco Zatterin, corrispondente di La Stampa a Bruxelles, “avremmo dovuto mettere sotto infrazione sia l’Italia, sia il Belgio, sia la Francia. Abbiamo invece scelto la strada del dialogo e posto le condizioni per un segnale di incoraggiamento agli interventi strutturali. Punire è un’ammissione di sconfitta per chi infligge la pena ed è un’umiliazione per chi è colpito: se ci sono le condizioni è sempre meglio cercare di evitarlo”. Nel caso dell’Italia, ha spiegato Moscovici, “abbiamo considerato che dal punto di vista delle riforme i segnali sono incoraggianti. Il programma del governo è ambizioso. Detto questo, non va dimenticato che c’è ancora molto altro da fare, nella pubblica amministrazione come nell’ambiente in cui operano le imprese. Ed è cruciale assicurarsi che le riforme siano effettivamente realizzate, cosa che, nonostante i recenti progressi, è sempre stata un punto debole”. 
 
Moscovici ha chiarito che la posizione della commissione a proposito dell’Italia è unanime: in sostanza, è stato deciso “di dare una possibilità al paese di andare avanti” e nessuno ha pensato a bocciature perché “il paese gode di un pregiudizio positivo per quanto riguarda le riforme”. “In un tempo non lontano la Commissione pensava che l’Italia non fosse in grado di cambiare. Adesso l’immagine è mutata. Restano dubbi sulla capacità amministrativa, ma c’è consenso sulla volontà di rinnovamento. Ora vigileremo che facciano quello che hanno detto. E’ giusto e realizzabile”.